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IL RUOLO DELL’ETS NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA


Il sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas serra è lo strumento per combattere il climate charge

 

Il Sistema di scambio di quote di emissione (o Emissions Trading System, ETS) è lo strumento che l’Unione europea mette in atto per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Accordo di Parigi. Si tratta quindi di una tappa fondamentale nel processo di transizione ecologica che il portale TEMPO ZERO si prefigge di divulgare.

Se ne parla per la prima volta nella direttiva europea che le ha dato il nome, la Direttiva ETS 2003/87/CE, ma il sistema entra veramente in vigore nel 2015. È attivo in tutta l’Unione europea e nel Liechtenstein, in Norvegia e in Islanda. L’attuale decreto dell’ordinamento italiano che lo recepisce è il DLgs 9 giugno 2020 n. 47, che promuove gli investimenti a favore delle basse emissioni di CO2 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/06/10/20G00065/sg).

L’obiettivo finale è quello di arrivare a una riduzione del 40% delle emissioni di carbone entro il 2030.

 

COME FUNZIONA IL MERCATO ETS DELLE EMISSIONI DI CARBONE

La Direttiva ETS stabilisce che gli impianti industriali in attività sul territorio europeo debbano approvvigionarsi delle quote necessarie alle loro attività all’asta, attraverso una cosiddetta assegnazione a titolo oneroso (fino ad un certo tetto, basato sul livello di attività di dette manifatture, l’ordinamento prevede un’assegnazione a titolo gratuito, ma solo per determinati settori).

È attraverso l’asta che vengono assegnate le quote di emissioni di CO2. Tali quote vengono immesse sul “mercato” dallo Stato, che ne ricava, quindi, un patrimonio da reinvestire in attività atte a contrastare il cambiamento climatico.

Il principio sul quale si fonda tale ETS è in sostanza quello del “cap and trade”. Ad ogni soggetto viene attribuito un “cap” di emissioni (quello che dà diritto gratuitamente a un numero di quote). Annualmente, il 30 aprile, le aziende hanno l’obbligo di restituire tante quote quante sono state le emissioni nell’anno precedente. Se quest’ultime non superano il cap stabilito, ciascun soggetto ha diritto a vendere delle quote (“trade”); in caso contrario è costretto ad acquistarle sul mercato.

Nel tempo la Comunità europea ha stabilito un ammontare di quote via via inferiore, in maniera, così, di favorire una progressiva e costante riduzione di emissioni entro il 2030.

 

GLI OBBLIGHI DEL SISTEMA ETS

Oltre alla restituzione annuale di cui abbiamo parlato, le aziende che sottostanno al sistema ETS hanno l’obbligo di rendicontazione delle emissioni di gas climalteranti. Devono redarre per il Ministero un Piano di monitoraggio in cui quantificano le loro emissioni inquinanti. In quest’attività si basano sulla Norma ISO 14064, l’indicatore ambientale che misura l’impronta di carbonio (Carbon Footprint) di un determinato prodotto o attività.

Tali comunicazioni devono essere validate da un Organismo indipendente e accreditato che provvede a verificare le informazioni fornite in merito alle emissioni e ai livelli di attività e a offrire una formazione continua sulle norme e le metodologie di calcolo (https://www.bureauveritas.it/needs/certificazione-iso-14064-1).

 

ETS A QUATTRO STEP

Il Sistema ETS è stato pensato per raggiungere gli obiettivi prefissati in quattro fasi.

La prima e la seconda (2005-2012) avevano limiti nazionali alle emissioni, periodicità triennale e quinquennale e non prevedevano variazioni ai quantitativi gratuiti in caso di cali di produzione.

La terza fase (2013-2020) ha imposto un limite unico europeo al tetto di emissioni, periodicità di otto anni, assegnazioni gratuite basate sulla storia dell’azienda ma non per i produttori di energia elettrica e variazioni in caso di diminuzione di produttività di oltre il 50%.

Nella fase 4, quella attuale, il limite unico europeo è del 2,2% annuo decrescente e la periodicità decennale, mentre i restanti obblighi rimangono pressoché invariati.

 

E PER IL SETTORE DEL TRASPORTO STRADALE?

La normativa è ancora in fase di definizione in sede di Commissione Europea. Per farci un’idea generale sull’argomento, tuttavia, possiamo fare riferimento al documento allegato di cui riportiamo un estratto:
VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE UE SU UN EU ETS PER L’EDILIZIA E IL TRASPORTO STRADALE (EU ETS 2)
Criteri per un EU ETS 2 efficace e socialmente giusto

2.5.2 What is the proposal by the EU-Commission?

The Impact Assessment Report presents and analyses two different extension options for EU ETS 2.

  • Option 1: A separate EU-wide upstream emissions trading system for buildings and road transport (EXT1)
  • Option 2: A separate EU-wide upstream emissions trading system for all emissions from the combustion of fossil fuels not covered by the ETS (EXT2)

The difference between EXT1 and EXT2 is that, in EXT2 all GHG emissions from the combustion of fossil fuels not covered by the existing ETS would be included, covering in addition to EXT1 small non-ETS industries, fossil fuel use in agriculture and forestry and off-road machinery, non-electric railway, and the military sector.

The two options are examined with respect to different criteria (European Commission 2021, p. 257, Table 29). Although a higher contribution to achieving the 55% target is found for EXT2, the implementation of EXT1 is ultimately recommended, mainly given the higher administrative burden and the higher risk of carbon leakage attested for EXT2.

Concerning the transition from free allocation to auctioning in the EU ETS 1, the Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) shall be the central element. The CBAM primarily addresses the risk of carbon leakage for a targeted number of sectors, by pricing the carbon content of products imported to the EU. This will initially apply to imports of the following goods: Cement; iron and steel; aluminium; fertilisers; electricity. The EU-Commission proposes to phase out free allowances for these goods and the corresponding emitters. From 2026 onwards, the share of free allocation is supposed to decline yearly by 10% in 2035 it would reach 0% (European Commission 2021, p. 32). The generated revenues are planned to accrue to the Innovation Fund. Free allocation will also be made conditional on decarbonisation efforts: Installations which do not implement measures recommended in energy audits will have their free allowances cut by up to 25% (European Commission 2021d).

 

(Fonti: https://www.esg360.it/esg-world/ets-come-funziona-il-mercato-delle-emissioni-di-co2-in-europa/; https://www.assolombarda.it/servizi/ambiente/informazioni/ets-fondo-per-la-transizione-energetica-nel-settore-industriale; Forschungsstätte der Evangelischen Studiengemeinschaft e.V. • Forum Ökologisch-Soziale Marktwirtschaft e.V. – Assessment of the EU Commission’s Proposal on an EU ETS for buildings & road transport (EU ETS 2) – Criteria for an effective and socially just EU ETS 2).

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